sabato 28 marzo 2015

RITRATTO DEL FARAONE THUTMOSE III

Ecco il 6° dei 13 faraoni in lista d'attesa per il ritratto! E' stato davvero entusiasmante riportare alla luce i tratti di uno dei più valorosi faraoni della storia d'Egitto, Thutmose III (XVIII dinastia; Nuovo Regno; 1457-1424 a.C.), che ampliò e rafforzò l'Impero egizio mediante numerose campagne di conquista e che le cronache dell'epoca ci descrivono come Re forte e invincibile. La sua mummia è piuttosto malconcia, ma permette la ricostruzione dei tratti somatici.

Misure: cm.60 x 40; tempera su tela con vernice; anno 2015. P.S: per vedere la foto in grandi dimensioni ricordare sempre di cliccare una volta, poi fare "visualizza immagine" con il tasto destro.


Prospettive della mummia di Thutmose III.

Una ricostruzione sulla base del cranio che ho trovato su Internet.

Statua di Thutmose III; basalto grigio; altezza m.2, proveniente da Karnak.

Dalla STELE DI ERMONTI di Thutmose III:

"Quando lanciava frecce contro un bersaglio di rame, tutti i pali si spezzavano come canne. Allora Sua Maestà ne fece uno simile nel dominio di Ammone, con un bersaglio di rame di lavoro accurato di tre dita di spessore. Le sue frecce erano là, egli lo attraversò e le fece uscire di tre palmi dal dietro, per fare che quelli che erano con lui pregassero perchè siano valorose le sue due braccia nel valore e nella vittoria. Io dico ad alta voce ciò che ha fatto-e non vi è nè bugia nè menzogna-alla presenza di tutto quanto il suo esercito. Non vi è là una parola di esagerazione. Quando passò un'ora di svago cacciando in tutti i paesi stranieri, era troppo grande il numero di ciò che egli catturò perchè lo potesse trasportare l'esercito intero. Sua Maestà uccise sette leoni lanciando frecce nello spazio di un momento; catturò dodici branchi di tori selvaggi in un'ora; quando venne il momento di pranzare fece strage di centoventi elefanti nel paese di Ny, mentre ritornava da Naharina e aveva attraversato il fiume Grande-rivolto-indietro e aveva soggiogato le città delle sue due sponde, avendole bruciate col fuoco per l'eternità."

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